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Interrogazione Parlamentare sul Parco Eolico

Interrogazione Parlamentare urgente presentata in questi giorni al Ministro per l’Ambiente dall’ On. Elisabetta Zamparutti, sulle criticità ambientali fortissime del mega eolico off-shore nel Canale d’Otranto, cui la Regione ha dato il nullaosta a seguito di una paradossale Valutazione di Impatto Ambientale che ha negato l’evidente impatto sull’avifauna; evidente data la tecnologia impiegata (mega torri con rotore ad asse orizzontale) e l’ubicazione lungo internazionali rotte migratorie nel Canale d’Otranto punto di transito obbligato e strategico per migliaia di uccelli nel Mediterraneo, con conseguente danno per l’avifauna di tre continenti, Europa Africa ed Asia.
Accogliendo con favore ed immensa speranza la pronuncia della Corte Costituzionale che ha invalidato, a seguito del ricorso del Governo, la procedura di VIA con cui la Regione Puglia, con abuso di potere, stava autorizzando anche tra Brindisi e Lecce, sempre a seguito di una procedura di VIA regionale, anche in quel caso misteriosamente positiva, ben 150 Mega Watt ulteriori da impianti di mega eolico off-shore in alto mare constanti di ben 50 mastodontiche torri d’acciaio da ubicare in Adriatico, (nel Canale d’Otranto a largo di Tricase, l’impianto previsto di 24 torri ha una potenza di circa 90 MW), Italia Nostra si augura che il Governo Italiano possa fare altrettanto per l’ancor più critico impianto nel Canale d’Otranto; un “inutile complesso tritura uccelli”, che aggiunge mega torri eoliche alle migliaia previste in mare e sulla terraferma pugliese!
Il fenomeno energie rinnovabili, eolico e fotovoltaico industriali, è ormai sfuggito di mano e ad ogni controllo ed è evidente che nelle cabine di regia politica regionali non si voglia assumere le dovute responsabilità e indire l’urgente moratoria di tutti gli impianti, per riprocedere ad una seria ripianificazione energetica. Se non sarà la politica a risolvere i problemi ambientali e di ordine sociale che ha innescato, costringendo migliaia di famiglie e privati a fare ricorsi, sit-in, proteste, manifestazioni, incontri e denunce ufficiali per salvare il proprio “futuro quotidiano”, deve la magistratura intervenire in maniera preventiva imponendo alla Regione Puglia la moratoria!
Dispiace constatare come questa politica legata visceralmente alle lobby industriali stia costringendo i veri ambientalisti ad una battaglia contro le energie rinnovabili poiché favorite nelle forme industriali ad elevato impatto ambientale, che riproducono forme e logiche delle grandi industrie dell’energia legate ai combustibili fossili, con grossi impianti, anziché favorire invece, con i piccoli impianti domestici ed aziendali diffusi di fotovoltaico sui tetti, forme nuove di autoproduzione in loco ed autoconsumo dell’energia, eticamente anche preferibili poiché svincolano, con forti vantaggi economici, i privati dalla dipendenza dai grandi fornitori d’energia, annullando gli impatti sull’ambiente ed il territorio! Paradossalmente, offendendo in questo modo la filosofia delle rinnovabili, costringendoci a opporci a questa mala politica falsamente e strumentalmente ecologista, la Regione Puglia sta facendo il gioco di chi vuole il nucleare in Italia, anziché favorire la vera rivoluzione energetica dell’autoproduzione d’energia pulita, che si sta solo calpestando, quando non si arriva addirittura a pubblicizzarla a parole, ma solo come maschera per nascondere tutto il losco industriale e speculativo che, con le rinnovabili, si sta invece favorendo.
Fermo restando l’apartiticità dell’associazione nazionale onlus Italia Nostra e l’appello rivolto a tutte le forze partitiche italiane perché intervengano urgentemente per salvare la Puglia, e non per affossarla e distruggerla ulteriormente, il nostro personale ringraziamento va all’Onorevole Elisabetta Zamparutti della Commissione Ambiente per il grande impegno e sensibilità che sta dimostrando per le sorti di noi pugliesi e del nostro territorio.

Marcello Seclì – Presidente Italia Nostra-Sud Salento

fonte: il gallo.it link: http://www.ilgallo.it/2010/05/italia-nostra-%E2%80%9Caddio-mare-nostrum%E2%80%9D/

 

 

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SULLA CRITICITA’ AMBIENTALE DEL PROGETTO DI UN MEGA PARCO EOLICO OFF SHORE NEL CANALE D’OTRANTO

Presentante: On. Elisabetta Zamparutti, deputata del Gruppo dei Radicali nel PD

Data: maggio 2010

TESTO

Al Ministro dell’Ambiente

Premesso che:

un comunicato stampa del 7 maggio 2010 redatto da Italia Nostra Onlus, sezione Sud Salento, congiuntamente con Forum Ambiente e Salute di Lecce e Coordinamento Civico per la Tutela della Salute e del Territorio di Maglie, ha posto l’attenzione sulla possibile costruzione di torri eoliche nel Canale di Otranto, a largo di Tricase, dopo l’autorizzazione del 4 maggio da parte della Regione Puglia;

secondo le associazioni ambientaliste, la collocazione di mega-torri eoliche di decine e decine di metri di altezza al largo della costa salentina nel bel mezzo del Canale d’Otranto causerebbe gravi danni all’avifauna;

il Canale d’Otranto, stretto di mare tra l’Adriatico e lo Ionio, dove le coste balcaniche distano soltanto 70 – 80 km dalla Penisola Italiana, costituisce certamente uno dei più importanti tratti di mare per confluenza e addensamento delle rotte migratorie internazionali, del Sud Italia, la cui importanza biologica strategica è sancita da diversi trattati internazionali, tra cui la Conferenza di Ramsar del 1971, sottoscritta dal nostro Paese. Il Salento è crocevia nel Mediterraneo per la sua particolarissima conformazione e posizione, luogo di approdo, stazionamento, passaggio e partenza per centinaia di specie di uccelli migratori, che si spostano ciclicamente in tutt’Europa, nel Mediterraneo e tra Europa, Africa e Asia;

se già è grave il rischio di intercettazione casuale delle pale dei rotori degli aerogeneratori con le rotte di volo degli uccelli, la gravità del loro impatto è incrementata dall’ “effetto trespolo”, ovvero dal fatto che tutti quegli uccelli in grado si posarsi su posatoi rocciosi o arborei, vedono nelle alte torri eoliche luoghi su cui appollaiarsi, e tentano pertanto di posarvisi sopra, venendone dilaniati e maciullati dall’impatto con le pale d’acciaio rotanti ad alta velocità, e confuse fatalmente dagli uccelli per innocui rami d’albero mossi dal vento;

il tutto diviene motivo di ancor maggiore danno se le torri sono ubicate in mezzo al mare e lungo importanti rotte migratorie, a largo come sotto costa, dove le torri divengono motivo di catalizzazione per gli uccelli che tentano di fermarvisi sopra per riposare, durante la faticosa trasvolata, lì nel tratto più breve tra la Penisola Balcanica e quella Italiana;

come si può vedere in un video messo a disposizione da Italia Nostra e girato da zoologi, in una località montana greca, dove si vede un grifone (un grande avvoltoio, dalle suggestioni mitologiche, protetto dalla Comunità Europea con la Direttiva Uccelli 79/409/CEE, che attraverso il Canale d’Otranto non manca di raggiungere l’Italia, ed il Salento), tentare di posarsi sul cucuzzolo del tronco di una torre eolica (ad asse orizzontale del rotore, del tipo previsto a largo di Tricase), mentre è in funzione e venirne falciato;

sempre dagli uffici della Regione è giunto l’ok alla realizzazione di simili torri eoliche nel Parco Naturale dell’Alta Murgia e nei suoi pressi, con conseguente diminuzione drastica, in pochi mesi, della presenza di diverse specie di uccelli rapaci, tipica presenza delle rupi e dei cieli murgiani, motivo per cui il Corpo Forestale dello Stato, con lodevole efficienza, ha presentato un esposto alla Procura di Bari, che ha aperto un’inchiesta ed incluso funzionari regionali nel registro degli indagati. Quanto sta avvenendo nel Canale d’Otranto è ancor più grave;

da recenti inchieste emerge come dietro all’eolico vi siano diffuse e gravissime operazioni di mera speculazione;
si chiede di sapere:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra riferito e di quali altri elementi disponga in merito;

se non ritenga opportuno, considerata l’importanza strategica internazionale del Canale d’Otranto per il passo migratorio, intervenire, nei limiti delle Sue competenze, al fine di sospendere e revocare le autorizzazioni che si stanno concedendo – autorizzazioni che, nel giro di pochi anni, potrebbero portare a un drastico decremento dell’avifauna migratoria mediterranea ed europea – e scongiurare l’attività speculativa sulle rinnovabili a danno dell’ambiente.


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