Interrogazione Parlamentare sul Parco Eolico
Marcello Seclì – Presidente Italia Nostra-Sud Salento
fonte: il gallo.it link: http://www.ilgallo.it/2010/05/italia-nostra-%E2%80%9Caddio-mare-nostrum%E2%80%9D/
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SULLA CRITICITA’ AMBIENTALE DEL PROGETTO DI UN MEGA PARCO EOLICO OFF SHORE NEL CANALE D’OTRANTO
Presentante: On. Elisabetta Zamparutti, deputata del Gruppo dei Radicali nel PD
Data: maggio 2010
TESTO
Al Ministro dell’Ambiente
Premesso che:
un comunicato stampa del 7 maggio 2010 redatto da Italia Nostra Onlus, sezione Sud Salento, congiuntamente con Forum Ambiente e Salute di Lecce e Coordinamento Civico per la Tutela della Salute e del Territorio di Maglie, ha posto l’attenzione sulla possibile costruzione di torri eoliche nel Canale di Otranto, a largo di Tricase, dopo l’autorizzazione del 4 maggio da parte della Regione Puglia;
secondo le associazioni ambientaliste, la collocazione di mega-torri eoliche di decine e decine di metri di altezza al largo della costa salentina nel bel mezzo del Canale d’Otranto causerebbe gravi danni all’avifauna;
il Canale d’Otranto, stretto di mare tra l’Adriatico e lo Ionio, dove le coste balcaniche distano soltanto 70 – 80 km dalla Penisola Italiana, costituisce certamente uno dei più importanti tratti di mare per confluenza e addensamento delle rotte migratorie internazionali, del Sud Italia, la cui importanza biologica strategica è sancita da diversi trattati internazionali, tra cui la Conferenza di Ramsar del 1971, sottoscritta dal nostro Paese. Il Salento è crocevia nel Mediterraneo per la sua particolarissima conformazione e posizione, luogo di approdo, stazionamento, passaggio e partenza per centinaia di specie di uccelli migratori, che si spostano ciclicamente in tutt’Europa, nel Mediterraneo e tra Europa, Africa e Asia;
se già è grave il rischio di intercettazione casuale delle pale dei rotori degli aerogeneratori con le rotte di volo degli uccelli, la gravità del loro impatto è incrementata dall’ “effetto trespolo”, ovvero dal fatto che tutti quegli uccelli in grado si posarsi su posatoi rocciosi o arborei, vedono nelle alte torri eoliche luoghi su cui appollaiarsi, e tentano pertanto di posarvisi sopra, venendone dilaniati e maciullati dall’impatto con le pale d’acciaio rotanti ad alta velocità, e confuse fatalmente dagli uccelli per innocui rami d’albero mossi dal vento;
il tutto diviene motivo di ancor maggiore danno se le torri sono ubicate in mezzo al mare e lungo importanti rotte migratorie, a largo come sotto costa, dove le torri divengono motivo di catalizzazione per gli uccelli che tentano di fermarvisi sopra per riposare, durante la faticosa trasvolata, lì nel tratto più breve tra la Penisola Balcanica e quella Italiana;
come si può vedere in un video messo a disposizione da Italia Nostra e girato da zoologi, in una località montana greca, dove si vede un grifone (un grande avvoltoio, dalle suggestioni mitologiche, protetto dalla Comunità Europea con la Direttiva Uccelli 79/409/CEE, che attraverso il Canale d’Otranto non manca di raggiungere l’Italia, ed il Salento), tentare di posarsi sul cucuzzolo del tronco di una torre eolica (ad asse orizzontale del rotore, del tipo previsto a largo di Tricase), mentre è in funzione e venirne falciato;
sempre dagli uffici della Regione è giunto l’ok alla realizzazione di simili torri eoliche nel Parco Naturale dell’Alta Murgia e nei suoi pressi, con conseguente diminuzione drastica, in pochi mesi, della presenza di diverse specie di uccelli rapaci, tipica presenza delle rupi e dei cieli murgiani, motivo per cui il Corpo Forestale dello Stato, con lodevole efficienza, ha presentato un esposto alla Procura di Bari, che ha aperto un’inchiesta ed incluso funzionari regionali nel registro degli indagati. Quanto sta avvenendo nel Canale d’Otranto è ancor più grave;
da recenti inchieste emerge come dietro all’eolico vi siano diffuse e gravissime operazioni di mera speculazione;
si chiede di sapere:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra riferito e di quali altri elementi disponga in merito;
se non ritenga opportuno, considerata l’importanza strategica internazionale del Canale d’Otranto per il passo migratorio, intervenire, nei limiti delle Sue competenze, al fine di sospendere e revocare le autorizzazioni che si stanno concedendo – autorizzazioni che, nel giro di pochi anni, potrebbero portare a un drastico decremento dell’avifauna migratoria mediterranea ed europea – e scongiurare l’attività speculativa sulle rinnovabili a danno dell’ambiente.